lunedì 14 marzo 2016
Ecco cosa è successo all’Ostetricia dell’Ospedale Civile di Vigevano
Sanità vigevanese: parliamoci chiaro, in puro stile “Polo Laico”. Al di là delle speculazioni i responsabili politici del rischio che l’Ospedale Civile di Vigevano
potenzialmente corre di vedersi chiudere il punto nascite per non aver
raggiunto i 500 parti/anno NON sono nel governo centrale. La legge che
prevede questo provvedimento è sacrosanta e segue le linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sicurezza dei punti
parto. Ovvero per la sicurezza delle partorienti. La Regione Lombardia
l’ha da tempo recepita (così come ha fatto per analoghe linee guida
sulle emodinamiche, prossimo annunciato terreno di scontro con la Città
di Vigevano). I responsabili politici e non politici delle condizioni in
cui si è venuta a trovare l’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia,
ovvero sotto organico e senza Direttore (Primario), motivo per il quale
non ha potuto raggiungere il target prefissato sono, partendo dal
basso: 1) l’ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Pavia, Daniela Troiano
che non ha mosso un dito fino al giorno prima della sua uscita di scena
per ottenere quanto necessario al locale nosocomio 2) l’ex assessore
alla Sanità di Regione Lombardia, attualmente detenuto, Mario Mantovani,
responsabile della nomina della Troiano, imposto in tal ruolo da Forza
Italia, che non ha mai affrontato un solo problema della sanità
vigevanese ( forse impegnato ad affrontarne altri, diciamo) ma ha invece
trovato tempo per correre in Città a pavoneggiarsi dell’apertura del
nuovo Pronto Soccorso (avvenuta grazie a fondi vigevanesi e non
regionali) fra gli applausi e le strette di mano dell’amministrazione
locale leghista, l’assenza di tutte le altre forze politiche e la sola
contestazione da parte del Polo Laico 3) il Presidente di Regione
Lombardia, Roberto Maroni responsabile in primis della
nomina del suddetto Mantovani, in secundis del suo amico ed ex braccio
destro per la sanità, ex Presidente della commissione regionale Sanità,
Rizzi, anch’esso attualmente detenuto. Quindi, di fronte alle ultime
dichiarazioni sul fatto che Maroni “salverà” il punto parto
dell’Ospedale di Vigevano chiediamo che il Sindaco Andrea Sala
metta da parte le questioni di opportunità e di appartenenza politica e
schiaffi in faccia al principale responsabile i fatti, senza
strumentalizzazioni, e ottenga quanto assolutamente dovuto alla realtà
pubblica che serve un bacino di utenza di 180mila lombardi. Basta con le
scenette e le menzogne: chi ha sbagliato chieda scusa, rimetta tutto a
posto e non sia fatto passare per il salvatore della Patria! Chiediamo anche che il
Consigliere Regionale del PD, Giuseppe Villani (lo stesso che si sta
battendo per la riapertura della emodinamica dell’Ospedale di Voghera,
alla faccia delle linee guida internazionali e soprattutto alla faccia
della coerenza, dunque) si astenga dal sostenere trattative con
l’istituzione privata presente sul territorio che puzzano di scambio
lontano un miglio: per quale motivo altrimenti il soggetto privato
dovrebbe lasciare un settore in cui sopravanza la struttura pubblica?
Fra l’altro informiamo il Consigliere che i numeri (circa 550
parti/anno) realizzati dal suddetto istituto sono figli oltre che delle
capacità degli operatori, anche della facilità con cui il soggetto
privato può far gravitare sulla propria struttura le pazienti
“apportate” da ginecologi esterni, cosa impossibile per il soggetto
pubblico (che dunque anche in caso di un accordo, non ne beneficerà).
Questa possibilità discende dalle norme allora volute dall’ex Presidente
Formigoni (Fi-NCD, plurindagato assieme a molti suoi
collaboratori dell’epoca) secondo il quale la competizione
pubblico-privato sarebbe stata benefica per i cittadini. Di certo lo è
per quelli proprietari di Istituti sanitari.
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