sabato 27 aprile 2019

Convegno: “Come cambiano le città che invecchiano” Vigevano, Domenica 5 Maggio

In Europa in futuro gli anziani saranno sempre più numerosi, con aspettative di vita che nella Provincia di Pavia sfiorerà i 90 anni entro il 2036.
In Italia l'età media è già salita a 45 anni (Pavia 45,9) e quasi un quarto della popolazione della Penisola ha più di 65 anni. Dunque gli anziani rappresenteranno la maggioranza della popolazione e ancora di più questo tratto caratterizzerà la nostra Provincia, dove l'indice di vecchiaia è il più alto di tutta la Lombardia.
Si capisce dunque come la gestione di questi eventi epocali debba trovare un suo spazio nel dibattito sulla futura organizzazione delle città e sul loro prepararsi a utilizzare l'anzianità come risorsa e opportunità per l'intera comunità.
Occorre immaginare città nuove, inclusive, pazienti e sapienti, dove il futuro venga progettato attraverso un'alleanza fra generazioni, fra cultura e sanità, fra imprese e istituzioni, in un patto dove
antico e nuovo riscrivono l'avvenire.
PLAC! Polo Laico Associazione Culturale intende portare questi temi alla attenzione della nostra Città, cercando di interpretare le necessità degli anziani intesi sia nel loro ruolo di portatori di conoscenza sia in quello di consumatori di beni e di servizi.

L'incontro, aperto al pubblico, si terrà nella Sala dell'Affresco del Castello Sforzesco di Vigevano, Domenica 5 maggio alle ore 10, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Vigevano e con la partecipazione della Dott.ssa Georgia Casanova sociologa dell'Università di Milano-Bicocca che, con la Fondazione Golgi-Cenci di Abbiategrasso si occupa del progetto "Aging in a Networked Society" che esplora le reti sociali degli anziani, la loro salute e il loro benessere. Oltre a lei, il Dott. Matteo Colleoni, docente di sociologia urbana e di politiche urbane all'Università di Milano Bicocca, l'Assessore ai servizi sociali del Comune di Vigevano, Dott.ssa Antonietta Moreschi, la Dott.ssa Tiziana Piana, Dirigente Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo a Milano e il Dott. Marino Bertucci che con altri professionisti "senior" a Torino si occupa di condividere la propria esperienza con giovani con un’idea di impresa.
Con loro e attraverso la loro interazione con altri rappresentanti della parte attiva del sistema di welfare di vicinato e delle reti di sostegno invitati all'incontro, cercheremo di comprendere le esigenze delle persone, con riferimento all'isolamento sociale, al depauperarsi delle conoscenze e alle possibilità di intervento. Indagheremo anche le modalità con le quali le città, da un punto di vista fisico e logistico, possono trasformarsi per sostenere una popolazione per molti aspetti più fragile ma anche, spesso, desiderosa di essere coinvolta e di collaborare alla costruzione di una società dove giovani e meno giovani possano condividere conoscenza e passioni, sostegno e aiuto reciproci.

Domenica 5 maggio ore 10
Sala dell’Affresco- Castello Sforzesco di Vigevano
Come cambiano le città che invecchiano. L’anziano e la “seniòritas”: servizi, risorse e opportunità.
Parteciperanno:
Dott.ssa Georgia Casanova, Fondazione Golgi-Cenci ( Golgi Cenci Foundation), Aging in a Networked Society Project.
Dott. Matteo Colleoni, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.
Dott.ssa Antonietta Moreschi, Assessore alle Pari Opportunità, Servizi Sociali, Rapporti con la Sanità e la Disabilità del Comune di Vigevano
Dott. Marino Bertucci Co-founder Nestor Business Angels- Torino
Dott.ssa Tiziana Piana Dirigente Direzione Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo- Milano
Ingresso libero


Attachment.png

domenica 7 aprile 2019

La riscoperta dei Navigli



Il tempo è galantuomo: grazie ad esso e ai danni provocati alla soletta del Naviglio, la città sta scoprendo che si può discutere di futuro.

Il Polo Laico, lo ricordava proprio l’Informatore Vigevanese della scorsa settimana, da venti anni si occupa di questi temi e da lungo tempo lamenta quella che è la povertà maggiore nelle linee amministrative susseguitesi: l’assoluta mancanza di visione strategica sulla città.

Perché discutere di futuro a causa di una “grana” può avere senso, e allora ben vengano mozioni, articoli, discussioni social, ma non ne avrà alcuno se prima non si decidono un metodo e un percorso che coinvolgano, per una volta, l’idea di città che si desidera creare, se per una volta una discussione non sarà finalizzata a ottenere e a gestire nel tempo, un risultato.

Occorrerebbe perciò partire da un progetto globale di città, da valutazioni serie sugli asset a disposizione, su che destinazione dar loro, su come trovare i finanziamenti e su come gestirli.

Occorre salire un gradino sul quale nessuno (o quasi) in città si è mai voluto issare.

Allora decidiamo come e con chi, dove trovare gli esperti senza i quali si parlerebbe di aria fritta o di consenso elettorale, e soprattutto decidiamo perché.
Noi pensiamo che partecipare a questa discussione, dato questo incipit, sia doveroso se si pensa, come il Polo Laico fa da sempre, che questa città abbia potenzialità del tutto o quasi inesplorate a causa del suo provincialismo politico che non è purtroppo solo di chi di politica si occupa ma ben radicato anche fra i cittadini, troppo impegnati a pensare al loro beneficio immediato anziché affrontare la sfida di un investimento su progetti articolati e a medio-lungo termine.

Una città che pur mal collegata resta comunque a minuti da Milano e dal secondo aeroporto d’Italia per arrivi e dispone di un centro storico che se riempito di attenzioni e di contenuti, come avviene in tutti i centri storici europei di livello paragonabile (Francia, Belgio, Toscana, Marche etc. etc.) sarebbe sufficiente ad attrarre un turismo di livello economicamente e culturalmente più alto rispetto a quello attuale, ancora incapace sia di generare una spesa che possa risultare decisiva per la città sia di essere illustrativo per i cittadini di un nuovo modo di vivere.

Un discorso di tal portata non può né deve esaurirsi con la questione Navigli, dovendosi centrare prioritariamente su altri asset ben più strategici quali Castello, Colombarone, Tribunale, ex Macello e con esso l’area mercatale. Deve coinvolgere anche le connessioni, certo, e allora la buttiamo lì, quanti si sono chiesti se non sia il caso di ribaltare un tavolo e proporre di modificare il tracciato di una autostrada inutile quale la Broni-Mortara per farla diventare utile, avvicinandola maggiormente a Vigevano e Malpensa e lasciando stare i campi di riso, a loro volta da interpretare come un settore di investimento?

Questo deve essere il senso del ragionamento suggerito da una crisi: ripensare noi stessi e sulla base di quanto vogliamo essere, fare.

Così ragionando, la recente boutade elettorale di Ciocca sul Macello, acquisirebbe un senso se letta e gestita come dovuto e cioè come un rappresentante del territorio che dal primo giorno di insediamento presso il Parlamento Europeo avrebbe dovuto essere utilizzato per favorire l’incontro fra una progettualità alta e fondi europei.

Vigevano non ha mai progettato nulla e di conseguenza non ha mai o quasi cercato e trovato finanziamenti strutturali. Perché purtroppo per noi, funziona così: prima si fanno i progetti, poi si cercano soldi. È così da sempre, solo noi non lo abbiamo ancora compreso: “non ci sono soldi!”. No, la situazione è ben più drammatica, “non ci sono idee” e questa sarà la fine della città perché allontanerà chi le idee le avrà e le svilupperà su terreni più fertili, via da qui: i nostri giovani.

Gli esempi di Matera e Mantova, e di tante altre località italiane meno attrattive ma più sveglie sono lì solo da cogliere. Per farlo occorre però ascoltare chi ci è riuscito, capire come ha fatto e quindi programmare.

Occorrono tenacia, capacità e l’intelligenza per capire che non è con i temi elettorali che si costruiscono le città. Lo si fa lavorando assieme, sul territorio e con il territorio, lo si fa, per noi è ormai un mantra, alzando le asticelle anziché abbassandole, perché mirando in basso prima o poi occorre cominciare a scavare e a noi non manca poi molto, come la questione Navigli, puntuale, sta lì a dimostrare.

 
 (Foto da l’Informatore Vigevanese)