domenica 1 dicembre 2019

Con #cometivorrei disegniamo la Vigevano del futuro

Sole, tanta gente e, quel che più conta, tanto dialogo. Questo il risultato dell'edizione inaugurale di #cometivorrei #vigevano2030, la serie di incontri organizzati dal Polo Laico per discutere del futuro della città ducale e anche di come discuterne. 

Numerose le persone che sono passate dalla sala dell'Affresco del Castello Sforzesco, per l'occasione suddivisa in due aree, delle quali una dedicata ai più piccoli, con stand per disegnare la propria idea di città. Nell'altra sala, invece, il dibattito è partito dalle indicazioni ONU sullo sviluppo del pianeta contenute nel progetto Agenda 2030 per passare poi a proiettare le mete di sviluppo globale sulla realtà locale. 

Dopo la presentazione dei dati del sondaggio proposto nei giorni precedenti dal Polo Laico, che ha coinvolto oltre 360 persone, la parola è passata al pubblico che non si è tirato indietro, dimostrando che esiste ancora una diffusa voglia di partecipazione. Secondo gli organizzatori, questo primo incontro mirava a condividere gli argomenti da approfondire nei prossimi due incontri, previsti per fine Gennaio e fine Febbraio 2020. Si è discusso di Parco del Ticino, di Città Metropolitana, dell'occasione rappresentata dalle Olimpiadi di Milano- Cortina 2026, dell'industria e dell'integrazione sociale ma turismo, cultura e commercio sono stati i temi prevalenti. E' poi emersa  la necessità di studiare i metodi di partecipazione dei cittadini per poterli riproporre in città. 

Una proposta questa che dovrebbe essere trasversale a tutte le forze politiche e che il Polo Laico auspica che l'Amministrazione in carica, o almeno quella seguente, prenda in carico per ampliare le possibilità d'ascolto e di condivisione rispetto alla modalità attualmente in uso che mostra tutti i limiti delle forme arcaiche di partecipazione.  

Proprio per agevolare la presa di coscienza su questo punto, si è infine stabilito che questo fosse l'argomento del prossimo incontro mentre, dato il notevole interesse suscitato, quello ulteriore affronterà il connubio fra turismo, cultura, commercio ed economia reale. 

Il turismo infatti ha fatto la parte del leone fra le prospettive scelte dai partecipanti al sondaggio (77% contro il 19% dell'industria e il 45% dell'"Ambiente e Parco del Ticino") per affiancare economicamente il comparto industriale e dare finalmente un po' di respiro a una città da troppo tempo sofferente.

Per conoscere i risultati del sondaggio, clicca qui

sabato 12 ottobre 2019

Festival delle Trasformazioni: il caso Parma, una riflessione su Vigevano

PARMA 2020

Come promesso eccovi un non breve, ma di certo utile, riassunto dell'interessante incontro svoltosi sabato 5/10 nell'ambito del Festival delle Trasformazioni, con l'Assessore al Commercio del Comune di Parma, Cristiano Casa e con Claudio Franchini, Direttore ASCOM di Parma.


Nonostante la presenza della Food Valley e nonostante sia la terra di Verdi, anche Parma si è dovuta reinventare negli ultimi anni, partendo da uno sbilancio nei conti pubblici di 800 mln di euro, in vista del progetto Parma 2020 che ha portato la città ad essere nominata Capitale Italiana della Cultura. Si è stabilito che non ci fosse una sola risposta ma diverse vie di accesso al problema posto dalla crisi.


Innanzitutto si è incentivata la sinergia fra Comune e Associazioni con riunioni mensili della cabina di regia che contiene, oltre al Comune, tutte le filiere di Parma e le associazioni di categoria.

Fondamentale è stata la condivisione della visione di città che si è stabilito essere improntata al turismo e al food.
Il Comune non ha chiesto soldi ai commercianti ma ha richiesto l'adesione a un patto (es. per i ristoranti apertura alla domenica) e ha investito in comunicazione. Così facendo si è ottenuta una crescita turistica del 31% e ogni anno attorno a questo si creano nuovi servizi.


Come detto, nel 2020 Parma sarà Capitale Italiana della cultura: ci si è arrivati per gradi pensando però che il 2020 deve essere un trampolino di lancio, non l’arrivo.
Per favorire le riaperture dei negozi chiusi nel centro storico si è partiti dalla considerazione che occorresse limitare le aperture di nuovi centri commerciali all'esterno.

Il centro storico infatti non si regge da solo con la propria residenza ma deve essere attrattore e per attrarre deve essere pieno di negozi.
Si è quindi sviluppato un Piano delle medie strutture di vendita ( http://www.comune.parma.it/…/CRITERI-QUALITATIVI-PER-IL-RIL… )
che di fatto è una tassa, studiata assieme al Politecnico di Milano, che va a colpire i nuovi insediamenti periferici al di là degli oneri di urbanizzazione, partendo dalla considerazione che quella apertura avrà certamente un impatto sul commercio cittadino. Si quantifica perciò l’impatto sul territorio e chi vuole insediarsi paga di conseguenza. Il ricavato va a finanziare gli interventi a sostegno dei piccoli negozi di vicinato. Al contrario, chi è intenzionato ad aprire nel Centro Storico saraà esentato dal pagamento di questa tassa.
Da notare che i dettagli di questo piano sono stati richiesti a Parma da molte città, Pavia compresa, ma non da Vigevano...


Il progetto ha preso le mosse con una mappatura eseguita ancora in collaborazione con il Politecnico di Milano. Si è creato un gruppo di lavoro sul commercio comprendente anche le agenzie immobiliari e le associazioni dei proprietari e si è stabilito di imporre un'imposta di soggiorno che fosse totalmente re-investita in turismo e cultura. Inizialmente gli operatori non avevano apprezzato ma presto si sono ricreduti e hanno preso a collaborare più fattivamente.


Sono stati stanziati finanziamenti a fondo perduto fino a 15000 euro per aperture in aree dove maggiore era la presenza di negozi chiusi, per stimolare le riaperture di queste attività.
Sempre nell'ottica di incentivare il commercio si è stabilito che nelle aree più commerciali del Centro cittadino la prima mezz'ora di sosta fosse gratuita.
Si è incentivato anche il solo utilizzo della vetrina dei negozi chiusi con contributi per TARI e pubblicità fino a 6 mesi.
Addirittura si è pensato anche alle "tamponature" delle vetrine dei negozi chiusi: risorse sono state messe a disposizione per utilizzare immagini della città che migliorassero comunque l'estetica.
Si è stabilito un monitoraggio semestrale del progetto e in un anno si è avuto un +20% di riaperture.
Anche la metratura dei negozi nei centri storici è un ostacolo per alcuni tipi di attività, perché sono tutti piuttosto piccoli. Si è allora pensato di facilitarne l’ampliamento fino a 400mq.


Come in un circolo virtuoso, l’incremento del turismo sta facilitando le riaperture con il food che sostituisce le vecchie attività.


Come visto, alla base di questo successo c'è la condivisione, l'apertura mentale e il superamento degli schieramenti. Non è solo il Comune che indica la strada ma il sistema nella sua interezza. Il Comune detta le linee sulla base delle proposte giunte dal territorio, incentiva, motiva,facilita e verifica.
Cose che qui da noi sembrano insormontabili o inarrivabili, altrove accadono per il semplice motivo che si ha la voglia di farle accadere, attraverso la cooperazione e utilizzando le professionalità, senza improvvisarsi.


Come Polo Laico non possiamo che rallegrarci che ciò che auspichiamo da anni per la nostra città si riveli vincente altrove e continueremo ad insistere fino a che anche i vigevanesi non apriranno gli occhi per dirigerli verso l'esterno, verso quel mondo che quasi ovunque si trasforma unendo le forze e coinvolgendo i cittadini. Ringraziamo allora chi ci permette di osservare e di imparare dagli altri come sta accadendo con il Festival delle Trasformazioni organizzato da #ReteCultura, che da tre anni si batte proprio per questo.

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto

sabato 27 aprile 2019

Convegno: “Come cambiano le città che invecchiano” Vigevano, Domenica 5 Maggio

In Europa in futuro gli anziani saranno sempre più numerosi, con aspettative di vita che nella Provincia di Pavia sfiorerà i 90 anni entro il 2036.
In Italia l'età media è già salita a 45 anni (Pavia 45,9) e quasi un quarto della popolazione della Penisola ha più di 65 anni. Dunque gli anziani rappresenteranno la maggioranza della popolazione e ancora di più questo tratto caratterizzerà la nostra Provincia, dove l'indice di vecchiaia è il più alto di tutta la Lombardia.
Si capisce dunque come la gestione di questi eventi epocali debba trovare un suo spazio nel dibattito sulla futura organizzazione delle città e sul loro prepararsi a utilizzare l'anzianità come risorsa e opportunità per l'intera comunità.
Occorre immaginare città nuove, inclusive, pazienti e sapienti, dove il futuro venga progettato attraverso un'alleanza fra generazioni, fra cultura e sanità, fra imprese e istituzioni, in un patto dove
antico e nuovo riscrivono l'avvenire.
PLAC! Polo Laico Associazione Culturale intende portare questi temi alla attenzione della nostra Città, cercando di interpretare le necessità degli anziani intesi sia nel loro ruolo di portatori di conoscenza sia in quello di consumatori di beni e di servizi.

L'incontro, aperto al pubblico, si terrà nella Sala dell'Affresco del Castello Sforzesco di Vigevano, Domenica 5 maggio alle ore 10, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Vigevano e con la partecipazione della Dott.ssa Georgia Casanova sociologa dell'Università di Milano-Bicocca che, con la Fondazione Golgi-Cenci di Abbiategrasso si occupa del progetto "Aging in a Networked Society" che esplora le reti sociali degli anziani, la loro salute e il loro benessere. Oltre a lei, il Dott. Matteo Colleoni, docente di sociologia urbana e di politiche urbane all'Università di Milano Bicocca, l'Assessore ai servizi sociali del Comune di Vigevano, Dott.ssa Antonietta Moreschi, la Dott.ssa Tiziana Piana, Dirigente Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo a Milano e il Dott. Marino Bertucci che con altri professionisti "senior" a Torino si occupa di condividere la propria esperienza con giovani con un’idea di impresa.
Con loro e attraverso la loro interazione con altri rappresentanti della parte attiva del sistema di welfare di vicinato e delle reti di sostegno invitati all'incontro, cercheremo di comprendere le esigenze delle persone, con riferimento all'isolamento sociale, al depauperarsi delle conoscenze e alle possibilità di intervento. Indagheremo anche le modalità con le quali le città, da un punto di vista fisico e logistico, possono trasformarsi per sostenere una popolazione per molti aspetti più fragile ma anche, spesso, desiderosa di essere coinvolta e di collaborare alla costruzione di una società dove giovani e meno giovani possano condividere conoscenza e passioni, sostegno e aiuto reciproci.

Domenica 5 maggio ore 10
Sala dell’Affresco- Castello Sforzesco di Vigevano
Come cambiano le città che invecchiano. L’anziano e la “seniòritas”: servizi, risorse e opportunità.
Parteciperanno:
Dott.ssa Georgia Casanova, Fondazione Golgi-Cenci ( Golgi Cenci Foundation), Aging in a Networked Society Project.
Dott. Matteo Colleoni, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.
Dott.ssa Antonietta Moreschi, Assessore alle Pari Opportunità, Servizi Sociali, Rapporti con la Sanità e la Disabilità del Comune di Vigevano
Dott. Marino Bertucci Co-founder Nestor Business Angels- Torino
Dott.ssa Tiziana Piana Dirigente Direzione Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo- Milano
Ingresso libero


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domenica 7 aprile 2019

La riscoperta dei Navigli



Il tempo è galantuomo: grazie ad esso e ai danni provocati alla soletta del Naviglio, la città sta scoprendo che si può discutere di futuro.

Il Polo Laico, lo ricordava proprio l’Informatore Vigevanese della scorsa settimana, da venti anni si occupa di questi temi e da lungo tempo lamenta quella che è la povertà maggiore nelle linee amministrative susseguitesi: l’assoluta mancanza di visione strategica sulla città.

Perché discutere di futuro a causa di una “grana” può avere senso, e allora ben vengano mozioni, articoli, discussioni social, ma non ne avrà alcuno se prima non si decidono un metodo e un percorso che coinvolgano, per una volta, l’idea di città che si desidera creare, se per una volta una discussione non sarà finalizzata a ottenere e a gestire nel tempo, un risultato.

Occorrerebbe perciò partire da un progetto globale di città, da valutazioni serie sugli asset a disposizione, su che destinazione dar loro, su come trovare i finanziamenti e su come gestirli.

Occorre salire un gradino sul quale nessuno (o quasi) in città si è mai voluto issare.

Allora decidiamo come e con chi, dove trovare gli esperti senza i quali si parlerebbe di aria fritta o di consenso elettorale, e soprattutto decidiamo perché.
Noi pensiamo che partecipare a questa discussione, dato questo incipit, sia doveroso se si pensa, come il Polo Laico fa da sempre, che questa città abbia potenzialità del tutto o quasi inesplorate a causa del suo provincialismo politico che non è purtroppo solo di chi di politica si occupa ma ben radicato anche fra i cittadini, troppo impegnati a pensare al loro beneficio immediato anziché affrontare la sfida di un investimento su progetti articolati e a medio-lungo termine.

Una città che pur mal collegata resta comunque a minuti da Milano e dal secondo aeroporto d’Italia per arrivi e dispone di un centro storico che se riempito di attenzioni e di contenuti, come avviene in tutti i centri storici europei di livello paragonabile (Francia, Belgio, Toscana, Marche etc. etc.) sarebbe sufficiente ad attrarre un turismo di livello economicamente e culturalmente più alto rispetto a quello attuale, ancora incapace sia di generare una spesa che possa risultare decisiva per la città sia di essere illustrativo per i cittadini di un nuovo modo di vivere.

Un discorso di tal portata non può né deve esaurirsi con la questione Navigli, dovendosi centrare prioritariamente su altri asset ben più strategici quali Castello, Colombarone, Tribunale, ex Macello e con esso l’area mercatale. Deve coinvolgere anche le connessioni, certo, e allora la buttiamo lì, quanti si sono chiesti se non sia il caso di ribaltare un tavolo e proporre di modificare il tracciato di una autostrada inutile quale la Broni-Mortara per farla diventare utile, avvicinandola maggiormente a Vigevano e Malpensa e lasciando stare i campi di riso, a loro volta da interpretare come un settore di investimento?

Questo deve essere il senso del ragionamento suggerito da una crisi: ripensare noi stessi e sulla base di quanto vogliamo essere, fare.

Così ragionando, la recente boutade elettorale di Ciocca sul Macello, acquisirebbe un senso se letta e gestita come dovuto e cioè come un rappresentante del territorio che dal primo giorno di insediamento presso il Parlamento Europeo avrebbe dovuto essere utilizzato per favorire l’incontro fra una progettualità alta e fondi europei.

Vigevano non ha mai progettato nulla e di conseguenza non ha mai o quasi cercato e trovato finanziamenti strutturali. Perché purtroppo per noi, funziona così: prima si fanno i progetti, poi si cercano soldi. È così da sempre, solo noi non lo abbiamo ancora compreso: “non ci sono soldi!”. No, la situazione è ben più drammatica, “non ci sono idee” e questa sarà la fine della città perché allontanerà chi le idee le avrà e le svilupperà su terreni più fertili, via da qui: i nostri giovani.

Gli esempi di Matera e Mantova, e di tante altre località italiane meno attrattive ma più sveglie sono lì solo da cogliere. Per farlo occorre però ascoltare chi ci è riuscito, capire come ha fatto e quindi programmare.

Occorrono tenacia, capacità e l’intelligenza per capire che non è con i temi elettorali che si costruiscono le città. Lo si fa lavorando assieme, sul territorio e con il territorio, lo si fa, per noi è ormai un mantra, alzando le asticelle anziché abbassandole, perché mirando in basso prima o poi occorre cominciare a scavare e a noi non manca poi molto, come la questione Navigli, puntuale, sta lì a dimostrare.

 
 (Foto da l’Informatore Vigevanese)

venerdì 11 maggio 2018

Vigevano: Centro Storico sotto assedio


È lo scontro di due filosofie incompatibili tra loro. Da una parte noi che riteniamo che una città ben amministrata debba avere un suo piano strategico e debba adoperarsi per portarlo a compimento principalmente valorizzando al massimo i propri patrimoni. Dall’altra invece c’è un’ Amministrazione che ritiene Piazza Ducale e il Castello i palcoscenici privilegiati per sagre della salamella e concessionari d’auto.

Il raduno in programma a fine giugno non è che la ciliegina su una torta mal confezionata che prevede per tutto maggio auto in Piazza Ducale , dopo l’assedio patito la scorsa settimana quando addirittura il Comune ha confessato di non sapere chi ci fosse esattamente in Piazza e cosa esponesse, in barba a ogni criterio di sicurezza per i cittadini e per i monumenti.

Noi non ce l’abbiamo né con i bikers né con i concessionari ma riteniamo che il nostro centro storico abbia potenzialmente una valenza europea in termini turistici e in quanto tale vada tutelato. Abbiamo quindi ritenuto doveroso procedere con una segnalazione all’autorità competente, la Soprintendenza dei beni culturali, chiedendo un loro intervento. Abbiamo inviato alla mail sabap-co-lc@beniculturali.it  all'attenzione del Soprintendente Luca Rinaldi, un appello che chiediamo ai vigevanesi, ai partiti e alle associazioni di condividere per arrivare a una nuova progettazione concertata sul territorio per l’utilizzo dei grandi spazi architettonici del centro storico.

Nei giorni scorsi peraltro proprio in questa ottica, abbiamo proposto nuovi spazi utilizzabili per eventi non collocabili in Piazza o in Castello per evidenti motivi di incongruenza, dando indicazione al Comune perché proponga in cambio della futura colata di cemento prevista alla Colombarola, un parco verde attrezzato per eventi, da creare sull’area pubblica della Brughiera.

Per finire, gli esempi di piccole città come Mantova o Matera sono lì solo da copiare: condivisione sul territorio della consapevolezza delle proprie ricchezze,
sviluppo di sistemi finalizzati alla loro valorizzazione, programma di eventi di alto profilo. 

Il Polo Laico dice basta a progettualità nate nel chiuso di due uffici e legate alla quantità più che alla qualità. Quello che serve a Vigevano è un turismo che può spendere. Il turista che va ricercato non viene attratto da queste sagre ma dalla bellezza dei luoghi, dalla cura, dalla pulizia e dalla varietà dell’offerta. La città si deve organizzare per attrarre questo tipo di turista che esiste, e in parte già arriva in città ma che poi non è messo in condizione nemmeno di scattare una foto al monumento per il quale si è messo in auto
.



Nell'immagine: lo splendore di Piazza Ducale libera da auto e furgoni

venerdì 4 maggio 2018

Colombarola: alzare l'asticella o passarci sotto?



Altro che alzare l’asticella della sua Amministrazione sui problemi della città: il Sindaco Sala le asticelle non le salta, ci passa sotto e l’operazione Colombarola è in ordine di tempo l’ultima dimostrazione di questa tecnica.
Essa è il frutto di una scelta urbanistica effettuata anni fa che, a causa della crisi sembrava fortunatamente dimenticata. Come normale però, l’operatore privato deve per forza mettere a frutto il suo investimento e si accinge a farlo facendo valere i diritti che gli derivano dalla convenzione firmata con il Comune.

Certo, per rendere davvero appetibile l’investimento dei privati occorrerà ancora uno sforzo da parte del Comune che dovrà venire incontro alle richieste che perverranno, alzando, come ha detto il Sindaco, le asticelle ovvero chiedendo più soldi. 
Il Polo Laico da anni chiede al Sindaco di alzare le asticelle ma quello che vediamo non è niente di tutto questo.

Chiedere soldi per un parcheggio, perché questo farà il Sindaco Sala, in una città quotidianamente violentata nella bellezza del suo centro storico e costantemente svilita nelle sue periferie non significa alzare le asticelle, significa mendicare.

Vigevano inizi piuttosto a ragionare diversamente e, pur se in questa occasione dovrà subire un intervento che devasta un paesaggio lasciatoci in eredità dai Duchi di Milano, pagando un alto prezzo in termini di violenza al territorio, chieda che in cambio del cemento l’operatore privato diventi partecipe di un atto significativo.

Come? Attrezzando la superficie comunale della Brughiera ad area verde utilizzabile per eventi. Trasformi un brutto spazio in un luogo di bellezza ma anche di funzionalità che possa accogliere eventi di richiamo e tutto ciò che settimanalmente vìola la Piazza Ducale o il Castello.

Ci si aggiunga il “palco del Papa” degli architetti Lopez e Ora ddo ad aumentare la resa estetica e funzionale di questo progetto e allora sì che il nostro poco atletico Primo Cittadino avrà saltato l’asticella invece di continuare a passarci sotto, con un intervento che finalmente andrebbe a definire una strategia ben chiara: il recupero delle periferie e un ritorno verde per la città.
Per il Polo Laico alzare le asticelle significa rispettare Vigevano e progettarla per il futuro, non svenderla per quattro soldi. E questo chiediamo che il Sindaco e la sua Amministrazione facciano.

 Guarda il video sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/watcuh?v=YxHhhZjSsaU

mercoledì 21 marzo 2018

Il Polo Laico chiede al Comune di dichiarare il "dissesto progettuale"



Il Polo Laico alla luce delle recenti notizie di stampa chiede al Comune di Vigevano che venga dichiarato lo stato di dissesto progettuale.
 
Infatti, un Comune che ogni volta, per incapacità e mancata visione si ritrova a dover concedere autorizzazioni e concessioni on demand per trovare di che finanziare interventi al di fuori di una compiuta visione strategica sulla città, va senza indugio dichiarato in dissesto progettuale con conseguente allontanamento di amministratori e dirigenti!
La scorsa settimana, la vicepresidente di Confindustria Pavia, Maria Vittoria Brustia, ha affermato che "Il Castello merita di più". Noi invece diciamo e invitiamo associazioni, professionisti, cittadini a riflettere che è Vigevano che merita di più!

Non é possibile accettare che in anni di Amministrazione leghista non sia stato messo a punto un solo serio progetto sui contenitori della città: Castello, Macello, Sforzesca, Brughiera, ex Tribunale e Prigioni, Riberia…
Non è possibile accettare che in questi anni non si sia pensato e non si stia pensando a un piano strategico di sviluppo e che si proceda con iniziative estemporanee e addirittura con aperture verso ritorni al passato, quali il cinema all’ex Macello.

Oggi, guarda caso, la cronaca ci sottopone due esempi emblematici: il Colombarone e la lottizzazione El Alamein.

Colombarone
Come sappiamo, nel 2017 la componente vigevanese di Fondazione Piacenza e Vigevano comincia a pensare a come impegnare i due milioni di euro che da anni non riesce assieme al Comune a destinare ad un intervento significativo per la collettività.
Andata buca con il polo formativo all’ex Macello, ora si pensa ad un albergo etico gestito da ragazzi con handicap e concepito per ospitare anche persone con disabilità.
Dopo aver invano chiesto al Comune la concessione del Colombarone al prezzo simbolico di un euro, la Fondazione si deve accontentare di un “Avviso pubblico per indagine esplorativa per acquisire manifestazioni d’interesse per avere proposte tecnico-gestionali per recupero e valorizzazione Colombarone” firmato dal dirigente Pietro Di Troia il 9 febbraio 2017 .
Tale atto prevedeva la consegna di ampia documentazione entro le ore 12.00 del successivo 13 marzo. Solo 33 giorni compresi sabati e domeniche per presentare nell’ordine: soluzioni architettoniche ed edilizie funzionali al tipo di intervento, massima efficienza nella gestione degli
impianti, “sostenibilità economica - gestionale per la riqualificazione del complesso immobiliare sul lungo periodo” (testuale).

A un anno di distanza, però, si sa chi ha presentato cosa? Si sa se ci sono state valutazioni, se sono state concesse proroghe, se l’atto amministrativo è stato chiuso? Di certo sappiamo che non c’è stata comunicazione alla città, pur prevista dallo stesso avviso, che suggeriva come possibile la consultazione con il pubblico delle proposte, oltre alla indicazione che il Comune di Vigevano potrà pubblicare su Internet o in pubblicazioni il contenuto delle proposta.

Riassumendo:
1.NON si sa se la procedura d’avviso è stata chiusa, se prorogata e con quali atti.
2 NON si conoscono il numero né la provenienza delle manifestazioni di interesse presentate (inizialmente indicate come "diverse")
3.NON si conosce la valutazione del progetto presentato da Fondazione Piacenza e Vigevano, se cioè abbia presentato quanto previsto dall’avviso ovvero l'indicazione della “sostenibilità economica - gestionale per la riqualificazione del complesso immobiliare sul lungo periodo”.

Ciò che sappiamo è invece che la nuova vicepresidente di Fondazione ha incaricato una società di consulenza, la Dynamo Accademy, di valutare i bisogni del territorio e dichiarato di avere a disposizione 3 milioni di euro e che, pur intervenendo sulla via dei Fiori, “il Colombarone sarà parte integrante del progetto di Fondazione”. A nome e per conto di chi parla la vicepresidente di Fondazione, visto che il Colombarone è proprietà pubblica e che non risulta che in seguito alla manifestazione di interesse il Comune abbia assegnato a Fondazione l’immobile ?
Questa vicenda è paradigmatica di come questa città sia diretta solo nominalmente da un'Amministrazione che viaggia senza idee proprie dal momento che una fondazione privata si può comportare come se fosse proprietaria di un bene dal valore incalcolabile per la città al di fuori di ogni prassi, di ogni condivisione.
Cosa ne pensano la vicepresidente di Confindustria, il comitato intercategoriale, i partiti politici di questà modalità di affidamento del futuro di alcune aree, senza una seria pianificazione?
In base a quali valutazioni tecniche e progettuali si è stabilito che un ambiente dalle connotazioni storiche agricole debba diventare il fulcro della disabilità? Per carità, ben vengano iniziative dirette all’integrazione, anzi, ce ne fossero sempre più numerose ma qui stiamo discutendo del privare, senza condivisione, la città di un asset che potrebbe divenire importantissimo su altri piani e peraltro al centro di un’area, la Sforzesca, di grande valenza per un futuribile investimento turistico sulla città e in stretta connessione con il sistema delle cascine limitrofe.

Piano di lottizzazione El Alamein

Dal Colombarone al nuovo progetto di lottizzazione commerciale nell’area El Alamein, il passo è breve quanto la distanza in linea d’aria. Qui addirittura ci si vanta di un virtuale risparmio di suolo, rispetto al non costruito attuale!

In realtà tale decisione va a colpire contemporaneamente almeno tre aspetti importanti per la città:
- l’aspetto paesaggistico, distruggendo l’unico fronte cittadino ancora aperto sulla campagna della Sforzesca, già danneggiato dall’idiozia che Parco Ticino ha concesso con l'edificazione del distributore sulla provinciale per Pavia. - il danno economico per il Comune e quindi per la città: se proprio si decidesse che cemento deve essere, non si può non accorgersi che a deprezzarsi sarebbe per primo il valore del terreno della Brughiera posto in vendita ormai da oltre 6 anni, sul quale piuttosto andrebbe impostato un nuovo ridimensionamento razionale che consentirebbe quantomeno di raddoppiare gli introiti per le casse comunali rispetto al previsto milione di euro ricavati dagli oneri di urbanizzazione della nuova lottizzazione.
- Infine, ma non ultimo, questa decisione va a colpire ancora una volta il commercio del centro città, che, al contrario, andrebbe sostenuto e facilitato attraverso una serie di interventi (piano marketing, piano parcheggi, arredo urbano etc) proposti da una Amministrazione lungimirante e condotti in cooperazione con le associazioni di categoria.

Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, una ennesima dimostrazione di incapacità progettuale strategica messa in piedi da una Amministrazione chiusa nel ristretto giro dei suoi soliti ispiratori, noti e stranoti e corresponsabili del disastro cittadino degli ultimi 20 anni.

Il Polo Laico, al contrario, fa proprio della visione strategica il suo cavallo di battaglia per il rilancio di una città che non può che ripartire dal riuso dei suoi contenitori, dalla scoperta di una vocazione turistica da sostenere in quanto fonte diretta di lavoro e dalla tessitura sul territorio di una trama economico-culturale attualmente inesistente, sulla base di punti fondanti quali appunto il turismo e l’agricoltura.
Per tutto questo il Polo Laico chiede ai partiti politici, alle associazioni di categoria, ai cittadini, alle loro associazioni, un forte impegno per bloccare il piano di lottizzazione e altre idee strampalate sui contenitori pubblici e di aprirsi alla discussione e alla partecipazione per arrivare alla redazione di un documento congiunto sul tema “VIGEVANO MERITA DI PIÙ”.

Il Polo Laico inoltre chiede alle forze di minoranza di portare all'attenzione consiliare la richiesta di condivisione della discussione sui punti principali e di collaborare per rendere questa discussione il più aperta e partecipata possibile in modo che i vigevanesi si sentano davvero coinvolti nell'azione di rilancio della propria città.

Il Polo Laico, fin d'ora si sente di contribuire alla discussione con una serie di proposte legate al riuso di alcuni asset cittadini quali, ad esempio:

Area mercatale/Ex Macello: rivisitazione in senso culturale e turistico di tutta l'area con coinvolgimento di Coldiretti, Associazioni e privati nella gestione dell'Ex Macello che potrebbe divenire un mercato coperto di qualità con spazi social, drink&food e spazi di valorizzazione della cultura agricola e dei prodotti del territorio in connessione con il mercato all'aperto da ripensare strutturandolo anche in senso polifunzionale.

Brughiera- Terraggi- Vicolo De Roveti: recupero delle aree degradate attraverso la creazione di una galleria di arte urbana diffusa, naturalmente contestualizzata e coerente rispetto ai luoghi e risultante dalle attività artistiche ricercate tramite organizzazione di eventi dedicati, che possano a loro volta divenire fonte di attrattività turistica per la città.

Scuole: ripensamento degli spazi scolastici con apertura prolungata a disposizione di associazioni di studenti e non. Le scuole come già accaduto altrove potrebbero così divenire presidi di prossimità per la creazione di punti di sostegno alle nuove fragilità innestandosi su un piano di welfare di vicinato che dovrà avere grande impulso a fronte del sempre minor intervento pubblico e allo stesso tempo essere sede di percorsi formativi, di integrazione e di supporto per i ragazzi (nuovo Fateci Spazio). Valutazione della possibilità di creare un nuovo polo scolastico con dismissione, cessione e recupero architettonico degli spazi attualmente ospitanti le scuole medie Bussi.

Palazzo e giardino Riberia: valutazione della possibilità di ampliare l'attuale progetto comunale con coinvolgimento di Fondazione Piacenza e Vigevano per creare un vero e proprio palazzo etico con annesso albergo, finalizzato oltre al recupero dell'immobile, anche a quello del quartiere circostante

Tribunale: ripensamento del suo utilizzo in caso di definitiva chiusura da parte del governo sulla possibilità di ripresa della sua funzione originaria. Fra le ipotesi: ampliamento degli spazi utilizzati dal giudice di pace, università della terza età, spostamento della media Bussi, nell'ottica di ripopolare un'area centrale di collegamento fra il Centro Storico e l'area mercatale, con conseguente sostegno alle attività commerciali presenti.

Colombarone e cascine: ipotesi di recupero della struttura con coinvolgimento di Università , Regione, Organizzazioni, Aziende, Fondazioni, Comuni limitrofi finalizzata alla costituzione di un polo di studio in un'area a ampia vocazione agricola e con recupero della destinazione originale della struttura stessa.

Piazza Ducale: tutela assoluta del principale bene monumentale della Città. Revisione e limitazione degli accessi, pulizia, utilizzo per manifestazioni: il tutto deve essere improntato all'eccellenza qualitativa. Piazza Ducale rappresenta il biglietto da visita e il marchio della città: non è ammissibile che possa subire gli interessi corporativistici o privati.

Parco Parri: recupero della sua funzione principale (giardino), strutturazione di spazi per lo sport gratuito per tutti.