domenica 1 dicembre 2019

Con #cometivorrei disegniamo la Vigevano del futuro

Sole, tanta gente e, quel che più conta, tanto dialogo. Questo il risultato dell'edizione inaugurale di #cometivorrei #vigevano2030, la serie di incontri organizzati dal Polo Laico per discutere del futuro della città ducale e anche di come discuterne. 

Numerose le persone che sono passate dalla sala dell'Affresco del Castello Sforzesco, per l'occasione suddivisa in due aree, delle quali una dedicata ai più piccoli, con stand per disegnare la propria idea di città. Nell'altra sala, invece, il dibattito è partito dalle indicazioni ONU sullo sviluppo del pianeta contenute nel progetto Agenda 2030 per passare poi a proiettare le mete di sviluppo globale sulla realtà locale. 

Dopo la presentazione dei dati del sondaggio proposto nei giorni precedenti dal Polo Laico, che ha coinvolto oltre 360 persone, la parola è passata al pubblico che non si è tirato indietro, dimostrando che esiste ancora una diffusa voglia di partecipazione. Secondo gli organizzatori, questo primo incontro mirava a condividere gli argomenti da approfondire nei prossimi due incontri, previsti per fine Gennaio e fine Febbraio 2020. Si è discusso di Parco del Ticino, di Città Metropolitana, dell'occasione rappresentata dalle Olimpiadi di Milano- Cortina 2026, dell'industria e dell'integrazione sociale ma turismo, cultura e commercio sono stati i temi prevalenti. E' poi emersa  la necessità di studiare i metodi di partecipazione dei cittadini per poterli riproporre in città. 

Una proposta questa che dovrebbe essere trasversale a tutte le forze politiche e che il Polo Laico auspica che l'Amministrazione in carica, o almeno quella seguente, prenda in carico per ampliare le possibilità d'ascolto e di condivisione rispetto alla modalità attualmente in uso che mostra tutti i limiti delle forme arcaiche di partecipazione.  

Proprio per agevolare la presa di coscienza su questo punto, si è infine stabilito che questo fosse l'argomento del prossimo incontro mentre, dato il notevole interesse suscitato, quello ulteriore affronterà il connubio fra turismo, cultura, commercio ed economia reale. 

Il turismo infatti ha fatto la parte del leone fra le prospettive scelte dai partecipanti al sondaggio (77% contro il 19% dell'industria e il 45% dell'"Ambiente e Parco del Ticino") per affiancare economicamente il comparto industriale e dare finalmente un po' di respiro a una città da troppo tempo sofferente.

Per conoscere i risultati del sondaggio, clicca qui

sabato 12 ottobre 2019

Festival delle Trasformazioni: il caso Parma, una riflessione su Vigevano

PARMA 2020

Come promesso eccovi un non breve, ma di certo utile, riassunto dell'interessante incontro svoltosi sabato 5/10 nell'ambito del Festival delle Trasformazioni, con l'Assessore al Commercio del Comune di Parma, Cristiano Casa e con Claudio Franchini, Direttore ASCOM di Parma.


Nonostante la presenza della Food Valley e nonostante sia la terra di Verdi, anche Parma si è dovuta reinventare negli ultimi anni, partendo da uno sbilancio nei conti pubblici di 800 mln di euro, in vista del progetto Parma 2020 che ha portato la città ad essere nominata Capitale Italiana della Cultura. Si è stabilito che non ci fosse una sola risposta ma diverse vie di accesso al problema posto dalla crisi.


Innanzitutto si è incentivata la sinergia fra Comune e Associazioni con riunioni mensili della cabina di regia che contiene, oltre al Comune, tutte le filiere di Parma e le associazioni di categoria.

Fondamentale è stata la condivisione della visione di città che si è stabilito essere improntata al turismo e al food.
Il Comune non ha chiesto soldi ai commercianti ma ha richiesto l'adesione a un patto (es. per i ristoranti apertura alla domenica) e ha investito in comunicazione. Così facendo si è ottenuta una crescita turistica del 31% e ogni anno attorno a questo si creano nuovi servizi.


Come detto, nel 2020 Parma sarà Capitale Italiana della cultura: ci si è arrivati per gradi pensando però che il 2020 deve essere un trampolino di lancio, non l’arrivo.
Per favorire le riaperture dei negozi chiusi nel centro storico si è partiti dalla considerazione che occorresse limitare le aperture di nuovi centri commerciali all'esterno.

Il centro storico infatti non si regge da solo con la propria residenza ma deve essere attrattore e per attrarre deve essere pieno di negozi.
Si è quindi sviluppato un Piano delle medie strutture di vendita ( http://www.comune.parma.it/…/CRITERI-QUALITATIVI-PER-IL-RIL… )
che di fatto è una tassa, studiata assieme al Politecnico di Milano, che va a colpire i nuovi insediamenti periferici al di là degli oneri di urbanizzazione, partendo dalla considerazione che quella apertura avrà certamente un impatto sul commercio cittadino. Si quantifica perciò l’impatto sul territorio e chi vuole insediarsi paga di conseguenza. Il ricavato va a finanziare gli interventi a sostegno dei piccoli negozi di vicinato. Al contrario, chi è intenzionato ad aprire nel Centro Storico saraà esentato dal pagamento di questa tassa.
Da notare che i dettagli di questo piano sono stati richiesti a Parma da molte città, Pavia compresa, ma non da Vigevano...


Il progetto ha preso le mosse con una mappatura eseguita ancora in collaborazione con il Politecnico di Milano. Si è creato un gruppo di lavoro sul commercio comprendente anche le agenzie immobiliari e le associazioni dei proprietari e si è stabilito di imporre un'imposta di soggiorno che fosse totalmente re-investita in turismo e cultura. Inizialmente gli operatori non avevano apprezzato ma presto si sono ricreduti e hanno preso a collaborare più fattivamente.


Sono stati stanziati finanziamenti a fondo perduto fino a 15000 euro per aperture in aree dove maggiore era la presenza di negozi chiusi, per stimolare le riaperture di queste attività.
Sempre nell'ottica di incentivare il commercio si è stabilito che nelle aree più commerciali del Centro cittadino la prima mezz'ora di sosta fosse gratuita.
Si è incentivato anche il solo utilizzo della vetrina dei negozi chiusi con contributi per TARI e pubblicità fino a 6 mesi.
Addirittura si è pensato anche alle "tamponature" delle vetrine dei negozi chiusi: risorse sono state messe a disposizione per utilizzare immagini della città che migliorassero comunque l'estetica.
Si è stabilito un monitoraggio semestrale del progetto e in un anno si è avuto un +20% di riaperture.
Anche la metratura dei negozi nei centri storici è un ostacolo per alcuni tipi di attività, perché sono tutti piuttosto piccoli. Si è allora pensato di facilitarne l’ampliamento fino a 400mq.


Come in un circolo virtuoso, l’incremento del turismo sta facilitando le riaperture con il food che sostituisce le vecchie attività.


Come visto, alla base di questo successo c'è la condivisione, l'apertura mentale e il superamento degli schieramenti. Non è solo il Comune che indica la strada ma il sistema nella sua interezza. Il Comune detta le linee sulla base delle proposte giunte dal territorio, incentiva, motiva,facilita e verifica.
Cose che qui da noi sembrano insormontabili o inarrivabili, altrove accadono per il semplice motivo che si ha la voglia di farle accadere, attraverso la cooperazione e utilizzando le professionalità, senza improvvisarsi.


Come Polo Laico non possiamo che rallegrarci che ciò che auspichiamo da anni per la nostra città si riveli vincente altrove e continueremo ad insistere fino a che anche i vigevanesi non apriranno gli occhi per dirigerli verso l'esterno, verso quel mondo che quasi ovunque si trasforma unendo le forze e coinvolgendo i cittadini. Ringraziamo allora chi ci permette di osservare e di imparare dagli altri come sta accadendo con il Festival delle Trasformazioni organizzato da #ReteCultura, che da tre anni si batte proprio per questo.

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto

sabato 27 aprile 2019

Convegno: “Come cambiano le città che invecchiano” Vigevano, Domenica 5 Maggio

In Europa in futuro gli anziani saranno sempre più numerosi, con aspettative di vita che nella Provincia di Pavia sfiorerà i 90 anni entro il 2036.
In Italia l'età media è già salita a 45 anni (Pavia 45,9) e quasi un quarto della popolazione della Penisola ha più di 65 anni. Dunque gli anziani rappresenteranno la maggioranza della popolazione e ancora di più questo tratto caratterizzerà la nostra Provincia, dove l'indice di vecchiaia è il più alto di tutta la Lombardia.
Si capisce dunque come la gestione di questi eventi epocali debba trovare un suo spazio nel dibattito sulla futura organizzazione delle città e sul loro prepararsi a utilizzare l'anzianità come risorsa e opportunità per l'intera comunità.
Occorre immaginare città nuove, inclusive, pazienti e sapienti, dove il futuro venga progettato attraverso un'alleanza fra generazioni, fra cultura e sanità, fra imprese e istituzioni, in un patto dove
antico e nuovo riscrivono l'avvenire.
PLAC! Polo Laico Associazione Culturale intende portare questi temi alla attenzione della nostra Città, cercando di interpretare le necessità degli anziani intesi sia nel loro ruolo di portatori di conoscenza sia in quello di consumatori di beni e di servizi.

L'incontro, aperto al pubblico, si terrà nella Sala dell'Affresco del Castello Sforzesco di Vigevano, Domenica 5 maggio alle ore 10, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Vigevano e con la partecipazione della Dott.ssa Georgia Casanova sociologa dell'Università di Milano-Bicocca che, con la Fondazione Golgi-Cenci di Abbiategrasso si occupa del progetto "Aging in a Networked Society" che esplora le reti sociali degli anziani, la loro salute e il loro benessere. Oltre a lei, il Dott. Matteo Colleoni, docente di sociologia urbana e di politiche urbane all'Università di Milano Bicocca, l'Assessore ai servizi sociali del Comune di Vigevano, Dott.ssa Antonietta Moreschi, la Dott.ssa Tiziana Piana, Dirigente Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo a Milano e il Dott. Marino Bertucci che con altri professionisti "senior" a Torino si occupa di condividere la propria esperienza con giovani con un’idea di impresa.
Con loro e attraverso la loro interazione con altri rappresentanti della parte attiva del sistema di welfare di vicinato e delle reti di sostegno invitati all'incontro, cercheremo di comprendere le esigenze delle persone, con riferimento all'isolamento sociale, al depauperarsi delle conoscenze e alle possibilità di intervento. Indagheremo anche le modalità con le quali le città, da un punto di vista fisico e logistico, possono trasformarsi per sostenere una popolazione per molti aspetti più fragile ma anche, spesso, desiderosa di essere coinvolta e di collaborare alla costruzione di una società dove giovani e meno giovani possano condividere conoscenza e passioni, sostegno e aiuto reciproci.

Domenica 5 maggio ore 10
Sala dell’Affresco- Castello Sforzesco di Vigevano
Come cambiano le città che invecchiano. L’anziano e la “seniòritas”: servizi, risorse e opportunità.
Parteciperanno:
Dott.ssa Georgia Casanova, Fondazione Golgi-Cenci ( Golgi Cenci Foundation), Aging in a Networked Society Project.
Dott. Matteo Colleoni, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.
Dott.ssa Antonietta Moreschi, Assessore alle Pari Opportunità, Servizi Sociali, Rapporti con la Sanità e la Disabilità del Comune di Vigevano
Dott. Marino Bertucci Co-founder Nestor Business Angels- Torino
Dott.ssa Tiziana Piana Dirigente Direzione Professioni Sanitarie in ambito geriatrico-riabilitativo- Milano
Ingresso libero


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domenica 7 aprile 2019

La riscoperta dei Navigli



Il tempo è galantuomo: grazie ad esso e ai danni provocati alla soletta del Naviglio, la città sta scoprendo che si può discutere di futuro.

Il Polo Laico, lo ricordava proprio l’Informatore Vigevanese della scorsa settimana, da venti anni si occupa di questi temi e da lungo tempo lamenta quella che è la povertà maggiore nelle linee amministrative susseguitesi: l’assoluta mancanza di visione strategica sulla città.

Perché discutere di futuro a causa di una “grana” può avere senso, e allora ben vengano mozioni, articoli, discussioni social, ma non ne avrà alcuno se prima non si decidono un metodo e un percorso che coinvolgano, per una volta, l’idea di città che si desidera creare, se per una volta una discussione non sarà finalizzata a ottenere e a gestire nel tempo, un risultato.

Occorrerebbe perciò partire da un progetto globale di città, da valutazioni serie sugli asset a disposizione, su che destinazione dar loro, su come trovare i finanziamenti e su come gestirli.

Occorre salire un gradino sul quale nessuno (o quasi) in città si è mai voluto issare.

Allora decidiamo come e con chi, dove trovare gli esperti senza i quali si parlerebbe di aria fritta o di consenso elettorale, e soprattutto decidiamo perché.
Noi pensiamo che partecipare a questa discussione, dato questo incipit, sia doveroso se si pensa, come il Polo Laico fa da sempre, che questa città abbia potenzialità del tutto o quasi inesplorate a causa del suo provincialismo politico che non è purtroppo solo di chi di politica si occupa ma ben radicato anche fra i cittadini, troppo impegnati a pensare al loro beneficio immediato anziché affrontare la sfida di un investimento su progetti articolati e a medio-lungo termine.

Una città che pur mal collegata resta comunque a minuti da Milano e dal secondo aeroporto d’Italia per arrivi e dispone di un centro storico che se riempito di attenzioni e di contenuti, come avviene in tutti i centri storici europei di livello paragonabile (Francia, Belgio, Toscana, Marche etc. etc.) sarebbe sufficiente ad attrarre un turismo di livello economicamente e culturalmente più alto rispetto a quello attuale, ancora incapace sia di generare una spesa che possa risultare decisiva per la città sia di essere illustrativo per i cittadini di un nuovo modo di vivere.

Un discorso di tal portata non può né deve esaurirsi con la questione Navigli, dovendosi centrare prioritariamente su altri asset ben più strategici quali Castello, Colombarone, Tribunale, ex Macello e con esso l’area mercatale. Deve coinvolgere anche le connessioni, certo, e allora la buttiamo lì, quanti si sono chiesti se non sia il caso di ribaltare un tavolo e proporre di modificare il tracciato di una autostrada inutile quale la Broni-Mortara per farla diventare utile, avvicinandola maggiormente a Vigevano e Malpensa e lasciando stare i campi di riso, a loro volta da interpretare come un settore di investimento?

Questo deve essere il senso del ragionamento suggerito da una crisi: ripensare noi stessi e sulla base di quanto vogliamo essere, fare.

Così ragionando, la recente boutade elettorale di Ciocca sul Macello, acquisirebbe un senso se letta e gestita come dovuto e cioè come un rappresentante del territorio che dal primo giorno di insediamento presso il Parlamento Europeo avrebbe dovuto essere utilizzato per favorire l’incontro fra una progettualità alta e fondi europei.

Vigevano non ha mai progettato nulla e di conseguenza non ha mai o quasi cercato e trovato finanziamenti strutturali. Perché purtroppo per noi, funziona così: prima si fanno i progetti, poi si cercano soldi. È così da sempre, solo noi non lo abbiamo ancora compreso: “non ci sono soldi!”. No, la situazione è ben più drammatica, “non ci sono idee” e questa sarà la fine della città perché allontanerà chi le idee le avrà e le svilupperà su terreni più fertili, via da qui: i nostri giovani.

Gli esempi di Matera e Mantova, e di tante altre località italiane meno attrattive ma più sveglie sono lì solo da cogliere. Per farlo occorre però ascoltare chi ci è riuscito, capire come ha fatto e quindi programmare.

Occorrono tenacia, capacità e l’intelligenza per capire che non è con i temi elettorali che si costruiscono le città. Lo si fa lavorando assieme, sul territorio e con il territorio, lo si fa, per noi è ormai un mantra, alzando le asticelle anziché abbassandole, perché mirando in basso prima o poi occorre cominciare a scavare e a noi non manca poi molto, come la questione Navigli, puntuale, sta lì a dimostrare.

 
 (Foto da l’Informatore Vigevanese)