mercoledì 4 marzo 2015

LA VIGEVANO DI DOMANI DEVE ESSERE EUROPEA

LA VIGEVANO DI DOMANI DEVE ESSERE EUROPEA 

L’asse Piazza- Castello- Sforzesca è un sistema urbanistico storico unico in Europa e da lì Vigevano deve ripartire per ridarsi un’identità forte. 

A sostenere questa nuova visione della città e del suo sviluppo sono stati gli architetti ed urbanisti Luca Perinotto e Massimo Giuliani che, insieme all’ex senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, hanno partecipato all’incontro “La rinascita cittadina fra partecipazione e urbanistica del riuso” tenutosi in Castello domenica 1 Marzo ed organizzato dal Polo Laico nell’ambito della serie “Riprendiamoci la città. Partecipando.” All'incontro ha partecipato un pubblico numeroso e attento.

“La nostra idea di fare di Vigevano un polo culturale e turistico europeo – spiega il candidato sindaco Luca Bellazzi – è stata confermata ricordando l’unicità urbanistica della nostra città. Così come gli strumenti operativi che noi indichiamo per realizzare questo progetto sono ad oggi quelli che consentono di reperire risorse e di avere una governance di pubblico e privato”.

Luca Perinotto ha insistito sul contenitore prestigioso per eventi costituito dalla Piazza, dal Castello e dal centro storico e ha invitato a considerare come strumento operativo le associazioni di partenariato pubblico privato (PPPE), società a capitale pubblico e privato che possono avere per oggetto la fornitura di un servizio pubblico o la realizzazione di una grande opera.

Nel suo contributo Massimo Giuliani ha invitato a puntare sul consumo zero di suolo e di attivare il risparmio energetico attraverso pompe di calore sotterranee, fotovoltaico, isolamento termico. Questo per ottenere forti risparmi e quindi liberare ulteriori risorse. Un’azione realizzabile politicamente per mezzo della riduzione degli oneri per gli interventi di riuso e la tassazione di opere che al contrario consumano suolo. 

Fiorello Cortiana ha apprezzato il concetto e gli strumenti di partecipazioni indicati nel programma del Polo Laico, dicendo che occorre puntare sul concetto di “open data” (comunicazione trasparente da Comune a cittadinanza), sulla accessibilità ma anche sul fatto che i dati devono essere comprensibili, sull’ascolto dei cittadini, su scelte condivise e sulla necessità di rendicontare quanto realizzato, perché ci si è riusciti e perché no.









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