giovedì 1 ottobre 2015

Ciak si gira: va in onda l'arroganza



Ieri ho dovuto ricredermi. Ebbene sì, non sono uno che avesse mai creduto molto nello streaming, la trasmissione in diretta di riunioni, consigli, consessi, ma dopo lo spettacolo offerto ieri in diretta da Regione Lombardia, ho cambiato opinione: mi è parso un buon sistema per capire quello che spesso, live, non si coglie. Quello che ieri è stato possibile rilevare è ciò che ha accomunato quasi tutti gli intervenuti davanti alla Commissione incaricata di trasmettere al Consiglio Regionale e poi alla Camera, un parere sull'annessione di Vigevano alla Città Metropolitana di Milano: l'arroganza. Ha cominciato il Presidente di ANCE, che dopo aver avallato negli anni le politiche che hanno portato alla distruzione del settore edilizio (e di conseguenza di buona parte dell'economia cittadina), dopo aver avallato il progetto dell'autostrada più inutile del globo (e che, anziché i privati come stabilito, avremmo finito per pagare noi, come accaduto con la Bre-Be-Mi), si è presentato non già illustrando le valutazioni dell'Associazione da lui rappresentata ma, sostanzialmente, la richiesta di garanzie su futuri contratti. L'arroganza del non chiedere scusa. Poi è stato il turno del Presidente di Confindustria Pavia, che in verità là in mezzo ha fatto la figura del grande statista. È stato bravo, nel tentativo di non far trasparire alla Commissione la sua propensione, che è quella di mantenere lo status quo per non alterare dinamiche di potere consolidate. Tentativo, perché lo streaming ha permesso invece attraverso il body language e alcune parole che sembravano sgorgare spontanee ma che venivano sapientemente trattenute, di capire perfettamente il pensiero del leader degli industriali teso a tutelare la imparzialità di uno studio commissionato e finanziato dagli industriali stessi e sul quale esito possiamo sin d'ora scommettere. Egli ha poi chiuso lamentando lo scarso coinvolgimento della sua categoria, lo aveva già fatto durante le Elezioni cittadine: l'arroganza del supporre di pesare più di chi è stato eletto dai cittadini. Poi l'arroganza giovanile: quella che ha portato un consigliere Provinciale ancora giovane, non giovanissimo, a sopravvalutarsi al punto da non capire di essere stato usato solo per la sua vigevanesità che in veste appunto di consigliere provinciale diventava funzionale alle tesi del Presidente della Provincia di Pavia. Per ultimi, Sindaco e ViceSindaco, così arroganti nel giungere palesemente impreparati a un appuntamento importantissimo sulla strada dell'annessione, semplicemente sciorinando una serie di noti e inutili dati storici e sui flussi veicolari anziché farsi latori di una nuova progettualità legata alle opportunità offerte dal nostro territorio (Lomellina compresa, dal momento che è fondamentale esercitare una azione di traino su di essa perché l'annessione abbia un senso) alla città metropolitana  e in questo caso il riferimento al turismo, alla cultura e all'agricoltura pare evidente a tutti tranne che ai due rappresentanti del Comune di Vigevano portatori altresì dell'arroganza di chi non capendo che la battaglia é quasi persa e anziché ripiegare per riattaccare continua a testa bassa a prendere schiaffi. Ecco, lo streaming ieri ha permesso di svelare l'arroganza che ha coinvolto tutti i rappresentanti di una città che ha dimostrato una volta di più, urbi et orbi, la sua pochezza. L'impressione è che le possibilità di avere un parere positivo siano scarse e a questo punto non resta che una strada, se per una volta si farà spazio al ragionamento: indire velocemente un referendum e arrivarci con la città preparata da una serie di incontri esplicativi. Solo così, ormai, si potranno sconfiggere le pulsioni Pavia centriche di chi ha molto da perdere nel cambiamento e dunque lo osteggia prescindendo da un'analisi dei fattori che dovrebbero tenerci legati a un'area che già economicamente morta, subirà a breve una modificazione dei suoi assetti coinvolgendo probabilmente Cremona, spostando così il suo baricentro e perdendo dunque ancora di più le sue già scarse connotazioni industriali che sono invece quelle da sempre prevalenti a Vigevano. 

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