"RIPRENDIAMOCI
LA CITTA'. PARTECIPANDO" : TAVOLO NUOVE POVERTA'
da questo tavolo reso sempre più attuale
dal periodo di grave crisi economica e sociale, è emerso che ri-orientare e
anche innovare le politiche sociali del Comune è una urgenza che va affrontata
con una nuova visione.
Già ora esiste una domanda crescente di servizi destinata ad aumentare, senza tenere conto di chi ai Servizi sociali ancora non si rivolge e quindi saremo sempre più in presenza di richieste di intervento a causa della crisi, del disagio economico e sociale, ma anche relazionale delle persone e delle famiglie.
Già ora esiste una domanda crescente di servizi destinata ad aumentare, senza tenere conto di chi ai Servizi sociali ancora non si rivolge e quindi saremo sempre più in presenza di richieste di intervento a causa della crisi, del disagio economico e sociale, ma anche relazionale delle persone e delle famiglie.
1. Il
Comune deve svolgere un ruolo attivo e consapevole di regia e questo lo può
fare solo se conosce i fenomeni sociali.
PROPOSTA:
creazione di un UFFICIO STATISTICA E STUDI che non si limiti a fornire dati statistici agli enti che li chiedano (Istat, Ministeri, Regione), ma che in collaborazione con Università e ospitando stagisti analizzi ed estrapoli i tantissimi dati che ha grazie ai servizi anagrafici.
PROPOSTA:
creazione di un UFFICIO STATISTICA E STUDI che non si limiti a fornire dati statistici agli enti che li chiedano (Istat, Ministeri, Regione), ma che in collaborazione con Università e ospitando stagisti analizzi ed estrapoli i tantissimi dati che ha grazie ai servizi anagrafici.
2. Il
Comune deve passare dalla logica per cui i cittadini si recano in un’unica
sede dove tutto è accentrato e burocratizzato,
alla nuova logica del decentramento del Sociale.
PROPOSTA:
aprire negli ex quartieri cittadini in
spazi pubblici o in spazi in collaborazione con le parrocchie cittadine CASE DEL SOCIALE dove saranno presenti
le assistenze sociali comunali,i rappresentanti di quelle associazioni che in
quelle parti di città sono maggiormente richiesti,il vigile di quartiere.
In questo modo si giunge ad una conoscenza diretta delle realtà e soprattutto delle nuove povertà e si possono creare progetti ad hoc come: BANCHE DEL TEMPO – ASSEGNI DI INTEGRAZIONE SOCIALI in cambio di lavori per sistemare spazi pubblici o creare spazi di collettività, dar vita a mini cooperative per aiutare gli anziani in lavori di manutenzione, etc.
Tutti esempi di ECONOMIA COLLABORATIVA che in altri comuni funzionano perfettamente.
In questo modo si giunge ad una conoscenza diretta delle realtà e soprattutto delle nuove povertà e si possono creare progetti ad hoc come: BANCHE DEL TEMPO – ASSEGNI DI INTEGRAZIONE SOCIALI in cambio di lavori per sistemare spazi pubblici o creare spazi di collettività, dar vita a mini cooperative per aiutare gli anziani in lavori di manutenzione, etc.
Tutti esempi di ECONOMIA COLLABORATIVA che in altri comuni funzionano perfettamente.
3. Comune,
associazioni di volontariato, privato sociale devono definire ogni anno un vero
e proprio PIANO SOCIALE che individui obiettivi e risorse.
PROPOSTE:
1. Accorpare Coordinamento del Volontariato e Centro Servizi Volontariato in una struttura unica da potenziare per fornire alle associazioni servizi comuni, far crescere la capacità di intercettare finanziamenti e quindi preparare progetti, creare una banca dati delle pratiche migliori realizzate in altre realtà.
PROPOSTE:
1. Accorpare Coordinamento del Volontariato e Centro Servizi Volontariato in una struttura unica da potenziare per fornire alle associazioni servizi comuni, far crescere la capacità di intercettare finanziamenti e quindi preparare progetti, creare una banca dati delle pratiche migliori realizzate in altre realtà.
2. Favorire da parte del Comune
l’aggregazione tra associazioni di volontariato che si occupano delle stesse
tematiche sociali
4. Comune
e Fondazione Piacenza e Vigevano per il sociale.
Alla luce delle indicazioni recenti della associazione nazionale che raggruppa le fondazioni bancarie che delinea una maggiore attenzione e destinazione di risorse verso il sociale e le nuove povertà e invita le Fondazioni territoriali a creare reti sociali per ottimizzare progetti, risorse ed interventi dando alle Fondazioni un ruolo attivo e non più solo passivo di ricezione delle proposte,
Alla luce delle indicazioni recenti della associazione nazionale che raggruppa le fondazioni bancarie che delinea una maggiore attenzione e destinazione di risorse verso il sociale e le nuove povertà e invita le Fondazioni territoriali a creare reti sociali per ottimizzare progetti, risorse ed interventi dando alle Fondazioni un ruolo attivo e non più solo passivo di ricezione delle proposte,
- Intervenire e affrontare la difficoltà delle associazioni di volontariato cittadine a presentare progetti alla Fondazione e quindi usufruire delle risorse destinate al sociale dalla Fondazione per Vigevano. Risorse che spesso non vengono utilizzate per mancanza di domande.
- Individuare le cause di tale debolezza, trovare nuove modalità, a partire dalla formazione e dalla definizione di obiettivi condivisi grazie al PIANO SOCIALE, per arrivare alla presentazione di progetti costruiti da più associazioni.
istituire un'equipe che si occupi del monitoraggio di bandi, della stesura e partecipazione e che sviluppi progetti di rete. Ovviamente reclutando di volta in volta professionisti del settore.
RispondiEliminaEsistono figure professionali specificatamente formate nella progettazione, nella mediazione, nell'organizzazione di realtà di co-working.
inoltre, non si può sempre e solo chiedere soldi .... esistono anche altre metodologie:
- sviluppo di una cultura di impresa sociale,
- co-working
- found raising
ecc...